Perché ascoltando
gli esponenti di partiti politici o movimenti, o meglio pseudo partito e pseudo
movimenti, ho la sensazione di vedere tante diverse persone parlare ma di
sentire un'unica voce? Dove sono finite libertà e democrazia? Perché tali “organismi”
politici s’ispirano cosi tanto ai sistemi politici degli anni venti-trenta e
cinquanta. Per intenderci sono quei movimenti che andavano tanto di moda in
Italia, Germania e Russia. Gli elettori di queste creature mitologiche, formate
da tante teste vuote e un’unica voce, credono realmente che urlando nelle
piazze o improvvisando comizi sotto casa le gravi questioni sollevate, anche in
questi giorni dai cittadini scesi nelle strade, saranno risolte? Ho usato il
termine cittadini ma voglio distinguere tra i cittadini veri, quelli che oggi
sono sulle strade a protestare o che a fatica tentano di raggiungere il posto
di lavoro, e i cittadini fasulli, ovvero i cosiddetti portavoce del M5S (Movimento
5 Stalle) che, oltre a riproporre i discorsi deliranti del loro leader unico,
poco fanno.
La deriva del
populismo è molto peggiore della deriva politica degli ultimi venticinque anni.
Il populismo, portato avanti da condannati per reati vari, rovinerà
ulteriormente quello che una volta era il Bel Paese.
Gli esiti delle elezioni politiche sono noti da poco meno di una
settimana. Gli esponenti della vecchia politica sono ancora quasi tutti in
parlamento (Monti compreso), mentre gli esponenti della nuova politica sono
rimasti fuori (Ingroia e Giannino) ad esclusione ovviamente degli esponenti del
Movimento 5 Stelle eletti nelle due camere. Il Movimento 5 Stelle ha avuto un
successo che probabilmente nemmeno Grillo si immaginava.
Quindi si può dire che questa parte della nuova politica avanza, ma
commette il peccato orribile (secondo giornalisti e conduttori di talk show) di
non prestarsi ad interviste e di non intervenire in trasmissioni televisive di
carattere politiche.
Giornalisti e compagnia varia si accaniscono contro Grillo e contro
gli eletti del Movimento per carpire informazioni di ogni genere. E visto che
solitamente non ottengono le risposte cercate ingaggiano improbabili
discussioni, con altri loro colleghi, che vertono solitamente sul cattivo gusto
di questi cittadini che non si vogliono concedere ai loro preziosissimi
microfoni.
Mi domando una cosa, ma i giornalisti non si rendono conto che ogni
cittadino ha il diritto di non rispondere alle domande che gli vengono poste?
Davvero credono di essere onnipotenti e che tutto gli sia dovuto? Non pensano
che magari a noi pubblico televisivo o lettori di giornali interessi più
qualche buona inchiesta giornalistica?
Cari giornalisti se volete farci conoscere gli esponenti del Movimento
raccontateci le loro storie, raccontateci le storie e i problemi dei luoghi in
cui sono stati eletti. A noi questo basta!
Soprattutto cari giornalisti smettetela con il vostri ragionamenti autoreferenziali
che sono al limite della chiacchiera e del pettegolezzo.
È iniziata ieri sera la 63esima edizione della
kermesse canora più importante d’Italia. Mai come quest’anno infuriano le
polemiche che hanno per la prima volta, ecco la novità di questo festival di
Sanremo, carattere politico. Ovviamente le polemiche vengono solo da una parte
politica che accusa di faziosità la conduzione del festival. Mi verrebbe da
pensare che per nascondere le proprie nefandezze ogni occasione è buona per
alzare un polverone!
La coppia Fazio - Litizzetto, con un poco elegante
gioco di parole, è stata accusata di faziosità a causa degli ospiti invitati
e del loro, mai esplicitamente dichiarato, posizionamento politico.
Ieri sera ho visto interamente la serata sanremese
comodamente seduto sul mio divano, a dire il vero è qualche anno che seguo la
prima puntata di questa manifestazione ma quella di ieri sera aveva qualcosa di
diverso. Per la prima volta ho assistito a un “Sanremo” che rifiuta la campana di
vetro sotto cui è posto ogni anno, per la prima volta ho assistito a un “Sanremo”
che riflette la realtà italiana che stiamo vivendo.
Le tematiche toccate ieri sera sono delle più
profonde ed importanti per il nostro paese.
Finalmente qualcuno parla da una platea importante di
integrazione razziale di immigrati che hanno trascorso gran parte della loro
vita (se non tutta) nel nostro paese ma non sono ancora considerati agli occhi
degli italiani come connazionali.
Finalmente qualcuno parla dei diritti civili delle
coppie gay e delle coppie di fatto più in generale, non trattandoli come un
problema da risolvere ma come una parte di noi.
Finalmente qualcuno ha il coraggio di portare la
satira sul palco dell’Ariston. La genialità di Crozza ieri sera ha vissuto un
momento davvero difficile, le contestazioni subite dal comico ligure sono state
davvero di cattivo gusto vista l’imparzialità con cui ha trattato i temi di cui
solitamente parla.
Quelle contestazioni nascono dalle innumerevoli
critiche che in queste settimane sono state mosse dall’ex (grazie al
cielo) Presidente del Consiglio e dai suoi più “stretti collaboratori”. Da un ex
Presidente del Consiglio mi aspetterei maggiore discernimento soprattutto
quando si tratta di muovere critiche che possono creare tensioni.
Fortunatamente tutto si è risolto per il meglio grazie all’intervento di Fazio
che ha invitato una persona ad andarsene dalla sala.
Oggi non mi sono per nulla sorpreso di ascoltare, nei
telegiornali di proprietà dell’ex Presidente del Consiglio (in primis il
pessimo Studio Aperto), gli squallidi commenti di giornalisti che faziosamente
(questa volta il termine è usato in modo corretto) hanno dato la loro versione
dei fatti in termini parecchio offensivi. Poi magari ci dicono che in Italia
non esiste nessun conflitto d’interessi!
Non dimentichiamo poi le canzoni che sono alla base
di tutta la manifestazione, alcune mi sono davvero piaciute e altre un po’
meno. Ma ancora una volta non posso fare a meno di sottolineare il coraggio del
portare per lo più cantanti poco conosciuti in gara. Per un giudizio sulle
canzoni mi riservo ancora qualche giorno perché voglio ascoltarle meglio e perché mancano ancora sette artisti e i giovani.
Intanto rivolgo un “in bocca al lupo” al festival
perché tutto proceda al meglio. Voglio fare i miei auguri anche alla coppia di
conduttori e ai loro ospiti, perché se alle elezioni vincerà il centrodestra
sappiamo già da ora chi saranno le prossime vittime illustri in Rai.
Mancano un paio di settimane alle elezioni e alla
fine della campagna elettorale. Ma quante proposte abbiamo sentito in queste
settimane/mesi di campagna elettorale? Secondo me davvero poche, non perché
effettivamente le proposte non ci sono ma perché le discussioni cadono spesso e
volentieri nella demagogia e nel populismo.
I grandi comunicatori scuola Berlusconi nei
dibattiti televisivi riescono sempre e comunque, da abili agitatori quali sono,
a portare la discussione sullo scontro per mascherare le proprie mancanze.
Il populismo in questa campagna elettorale dilaga,
da promesse clamorose fatte da partiti ed esponenti politici poco credibili a
movimenti politici senza programma che si basano sull’insulto e sulla
derisione.
È paradigmatico il fatto che, secondo i sondaggi,
il partito più populista d’Italia e il movimento web portavoce della cosiddetta
antipolitica otterranno circa il 30-40% dei voti alle prossime elezioni.
Volendo essere pessimisti, dal loro punto di vista almeno.
La vera nuova politica è quindi soffocata da questi
partiti e da una coalizione di centro sinistra riunita attorno a vecchi schemi.
Tra tutte queste cose c’è un elemento che passa
quasi inosservato ma che a me personalmente fa rabbia.
Spesso si sente, dai signori della vecchia
repubblica, l’appello al voto utile. L’insulto più grande che si possa fare
agli italiani!
Ogni voto è sacro e deve avere il massimo rispetto.
Nessun voto è sprecato perché è espressione di un’idea e di un sentimento
individuale dell’elettore.
Nominando un voto come inutile si insulta l’elettore
che crede nella x che la matita segna sulla scheda elettorale. I politici
dovrebbero smetterla di insultare la volontà degli elettori, ricordando sempre
che essi siedono sulle loro poltrone per rappresentare la volontà degli
elettori. I politici dovrebbero ricordare che siedono sulle loro poltrone
grazie ai voti ricevuti dai loro partiti.
Rigore, crescita ed equità. Mario Monti si aspetta questo dal governo
che uscirà dalle urne alle prossime elezioni. Monti si aspetta che il prossimo
governo segua le linee guida poste dal suo governo, i cui punti cardine (sempre
secondo Monti) sono i tre principi appena elencati. Rigore, crescita ed equità.
In un anno di governo sicuramente non è mancato il rigore, anzi a
volte è stato pure troppo ed eccessivo, come nel caso dell’ultima legge di
stabilità proposta dal governo che fortunatamente la tanto vituperata politica
ha provveduto a modificare.
La crescita non c’è stata e temo che non ci sarà per un bel po’, ma di
questo penso che accusare il governo Monti sia un poco ingiusto. Sono altre
condizioni, molto pesanti, che non permettono di porre fine alla crisi e di tornare
a crescere.
L’equità, il grande fallimento di questo governo che ha avuto l’opportunità
di restituire al paese un briciolo di giustizia sociale e invece ha favorito la
crescita del divario sociale che ormai è la più grande piaga nella nostra
società. Monti in questo senso è stato un Robin Hood al contrario, toglie ai
poveri e da ai ricchi e alcuni suoi ministri, vice ministri e sottosegretari
non sono da meno, anzi probabilmente dovremmo ringraziare tutti monti per
averli tenuti a bada.
Spero che il prossimo governo conservi il rigore amministrativo, comunicativo
e di idee del governo Monti.
Spero che il prossimo governo si batta perché ci sia una vera
crescita, che possa portare benefici a tutti gli italiani e non solo a pochi
eletti, in questo senso spero che il prossimo governo si batta contro tutti (specialmente
contro i mercati finanziari e le varie agenzie di rating) per assicurare quell’antico
valore che è l’equità. Antico ma mai tramontato.
Per maggiori approfondimenti sul governo Monti vi rimando a wikipedia.
Oggi ho seguito la gara di Formula 1, ai primi quattro posti hanno
tagliato il traguardo quattro campioni del mondo (Raikkonen, Alonso, Vettel e
Button). Tra di essi c’è anche il prossimo campione del mondo (Vettel o Alonso)
oltre all’ormai quasi sicuro terzo posto di Raikkonen che è tornato in F1 dopo
qualche anno lontano dalle piste.
Ora mi chiedo, non è possibile trovare delle eccellenze del genere
anche nella politica italiana? Dei campioni in grado di ristabilire una
situazione di “normalità” nella nostra vita pubblica. Personaggi in grado di
guidarci, di rappresentarci e soprattutto di renderci orgogliosi delle nostre
scelte all’interno del seggio elettorale.
Io continuo a sperare, ma non so ancora per quanto.
Volevo farle una domanda, mi potrebbe spiegare più nel dettaglio che
male c’è nell'essere “choosy”?
La traduzione di choosy, secondo il contesto in cui è inserito il
vocabolo, può essere pignolo, esigente o incontentabile.
Ora mi chiedo e le chiedo, cosa c’è di sbagliato nell'essere pignoli,
esigenti ed incontentabili?
Secondo lei noi giovani dovremmo essere soltanto dei burattini che non
possono sperare di costruirsi una propria vita? I giovani non possono essere
critici di fronte alle pochissime e insufficienti possibilità che vengono
proposte? I giovani devono rassegnarsi al precariato a vita che lei e il
governo di cui fa parte tanto amate?
Grazie al vostro governo e alle vostre “riforme” ho capito cosa
significa essere choosy e continuerò ad esserlo, soprattutto con chi
continuamente denigra i giovani fingendo di essere dalla loro parte.
Cliccando quiverrete indirizzati in una ottimo vocabolario online in cui potrete leggere l'effettiva definizione di choosy.
Se una persona si definisce onesta non dovrebbe intrattenere rapporti poco
chiari con persone condannate dalla magistratura. Se questa persona è poi ai
vertici di una qualche organizzazione da innumerevoli anni (17 per l’esattezza)
non dovrebbe essere troppo attaccato alla propria posizione. Se poi questa
persona si è circondata di collaboratori poco onesti (inquisiti, arrestati e
condannati) forse è meglio che questa persona lasci il proprio posto.
Questa situazione sembrerebbe tratta da una fantasmagorica storia di
fantasia. Eppure in Italia sta accadendo, precisamente nella regione Lombardia.
Il presidente della regione Lombardia travolto dagli ultimi scandali
sulla presenza di assessori legati alla ‘ndrangheta nella sua giunta dovrebbe
dimettersi, ma non lo fa. Anzi minaccia gli esponenti della Lega Nord, partito
che lo sostiene, di far cadere le giunte che guidano in Piemonte e Veneto se il
loro sostegno dovesse venire meno in Lombardia.
Ormai viviamo un momento di delirio totale!
Sono deliranti le dichiarazioni del presidente Formigoni e dei vertici
del Pdl che sostengono le sue scelte. Formigoni è arrivato al punto di non
poter più vivere senza la sua poltrona e non si rende conto del totale
fallimento di questa sua giunta, di questa giunta che già dall’inizio ha
suscitato polemiche.
Ricordiamo che nelle elezioni regionali si può ricoprire la carica di
Presidente solo per tre mandati consecutivi (legge 165/2004, art. 2), ma
questo è il quarto mandato di Formigoni.
Cosa sta succedendo in Italia, perché un presidente non salva la sua
reputazione dimettendosi e quindi dimostrandosi concretamente estraneo a tutto
questo?
Ma in Italia va di moda resistere, resistere e resistere come fece Hitler
con i russi alle porte del suo bunker.
Pubblicato sul I° "Passione e Riflessioni" il 03/10/2011
La Cina di oggi, la Cina che si è aperta al capitalismo conserva tuttora i caratteri della Cina di Mao. La Cina è, e sembra che continuerà ad essere, una prigione per intellettuali, artisti, studiosi o anche più semplicemente uomini e donne amanti del libero pensiero. Fortunatamente la prigione-Cina inizia a scricchiolare e dai buchi che si aprono sulle insormontabili pareti, alcuni iniziano a fuggire per raggiungere l’occidente e, in questo caso, la libertà.
In particolare la provincia dello Yunan sembra essere una porta d’accesso per la libertà. Da qui in molti sono riusciti a fuggire attraversando il fiume Mekong, tra di essi il poeta Liao Yiwu. Il poeta che nel 1989 dopo la strage di piazza Tienammen scrisse la poesia di denuncia “Massacro”. Per aver scritto questa poesia Liao Yiwu finì in carcere per quattro anni e dal suo rilascio visse sotto strettissima sorveglianza e sotto la pesante mannaia della censura. La decisione di fuggire fu presa dopo le retate della polizia a seguito delle manifestazioni a favore dei popoli della primavera araba, tali retate hanno visto sparire nel nulla per qualche mese l’artista e amico del poeta Ai Weiwei. Il poeta tentò di lasciare la Cina regolarmente per partecipare ad una rassegna letteraria negli Stati Uniti, ma visto che la censura impedisce agli scrittori cinesi di pubblicare all’estero il permesso di uscire dal paese gli è stato negato.
Sentendo prossimo il momento dell’arresto e non volendo pagare a caro prezzo la sua “ostinazione” nel voler scrivere, ostinazione che è costata cara al premio nobel Liu Xiaobo, il poeta decise di fuggire all’estero e con non poche peripezie raggiunse la Germania, dove ad accoglierlo trovò il suo editore.
Per la felicità della sua famiglia il poeta ora è libero e sta facendo conoscere al mondo la prigione-Cina. L’artista Ai Weiwei alla notizia della fuga dell’amico ha semplicemente commentato “Davvero? Davvero? Davvero?”
Pubblicato sul I° "Passione E Riflessioni" il 18/09/2011
L’antipolitica affonda le sue origini al periodo dei grandi filosofi e sofisti greci, frammenti di Pitagora e Aristotele ci parlano di questo importante concetto dei giorni nostri. Nel corso della storia si sono affermati diversi movimenti che facevano dell’antipolitica una ragione di vita (vedi il concetto di Stato Leviatano di Hobbes o il qualunquismo del secondo dopoguerra). L’enciclopedia online Wikipedia da una soddisfacente definizione del millenario concetto di antipolitica:
“Nel senso più comune il termine antipolitica definisce l'atteggiamento di coloro che si oppongono alla politica giudicandola pratica di potere e, quindi, ai partiti e agli esponenti politici ritenendoli, nell'immaginario collettivo, dediti a interessi personali e non al bene comune.”
Esistono diversi modi di fare antipolitica, mi vorrei quindi concentrare su ciò che sta accadendo in Italia. L’Italia è governata ormai da troppi anni da una classe dirigente in cui, oltre a persone oneste ma con poca risonanza, troviamo fondamentalmente due categorie:
1- Chi sfrutta il potere per raggiungere interessi personali 2- Chi vive passivamente (rendendosi quindi complice) la situazione appena espressa.
Ci sono eccezioni poco visibili, quindi è naturale che si sia sviluppato tra i cittadini reali un forte sentimento oppositivo alla politica. Per lo più questo sentimento si è trasformato in una passiva opposizione alla classe politica ed alle sue scelte, tuttavia stanno sorgendo, soprattutto tra i movimenti giovanili, dei movimenti di antipolitica che propongono azioni concrete volte alla creazione di un programma politico entro cui riunirsi. Questi movimenti si stanno allontanando dalla comune definizione di antipolitica per cambiare l'etica della politica e risollevare il nostro paese da troppo tempo maltrattato.
Seppur non sono in accordo con quanto espresso, vi rimando alla lettura nello statuto e del programma politico dell’ormai noto Movimento 5 stelle. Un movimento nato da poco meno di due anni con uno scopo preciso, uno scopo anche di molti che appartengono ad alcuni schieramenti politici, il cambiamento.