Mancano un paio di settimane alle elezioni e alla
fine della campagna elettorale. Ma quante proposte abbiamo sentito in queste
settimane/mesi di campagna elettorale? Secondo me davvero poche, non perché
effettivamente le proposte non ci sono ma perché le discussioni cadono spesso e
volentieri nella demagogia e nel populismo.
I grandi comunicatori scuola Berlusconi nei
dibattiti televisivi riescono sempre e comunque, da abili agitatori quali sono,
a portare la discussione sullo scontro per mascherare le proprie mancanze.
Il populismo in questa campagna elettorale dilaga,
da promesse clamorose fatte da partiti ed esponenti politici poco credibili a
movimenti politici senza programma che si basano sull’insulto e sulla
derisione.
È paradigmatico il fatto che, secondo i sondaggi,
il partito più populista d’Italia e il movimento web portavoce della cosiddetta
antipolitica otterranno circa il 30-40% dei voti alle prossime elezioni.
Volendo essere pessimisti, dal loro punto di vista almeno.
La vera nuova politica è quindi soffocata da questi
partiti e da una coalizione di centro sinistra riunita attorno a vecchi schemi.
Tra tutte queste cose c’è un elemento che passa
quasi inosservato ma che a me personalmente fa rabbia.
Spesso si sente, dai signori della vecchia
repubblica, l’appello al voto utile. L’insulto più grande che si possa fare
agli italiani!
Ogni voto è sacro e deve avere il massimo rispetto.
Nessun voto è sprecato perché è espressione di un’idea e di un sentimento
individuale dell’elettore.
Nominando un voto come inutile si insulta l’elettore
che crede nella x che la matita segna sulla scheda elettorale. I politici
dovrebbero smetterla di insultare la volontà degli elettori, ricordando sempre
che essi siedono sulle loro poltrone per rappresentare la volontà degli
elettori. I politici dovrebbero ricordare che siedono sulle loro poltrone
grazie ai voti ricevuti dai loro partiti.
Non esiste il voto utile, ogni voto è utile.
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